Il mio primo involtino primavera

involtino fritto

Proseguono gli esperimenti di cucina cinese. Questa volta con un classico, sebbene gli involtini primavera siano “più famosi in Occidente che non in Cina”, come scrive come cucinare cineseAntonella Palazzi nella mia piccola “bibbia” personale, Come cucinare cinese, volumetto edito da Sonzogno del lontano 1987 (se lo trovate online, o su una bancarella, compratelo al volo!), salvo poi metterli in copertina insieme al riso alla cantonese, ai ravioli al vapore (chiao-tzu), al maiale in agrodolce, che si sa che questi fagottini fritti piacciono sempre a tutti!
Dico subito che non ho seguito la ricetta dell’Antonella ma mi sono avvalsa dei comodi Spring Roll Wrappers Save (si trovano, anche di altre marche, nei supermercati un po’ evoluti): cialde di farina di riso che si ammorbidiscono in un panno umido e si avvolgono con gran facilità. Anche il ripieno, essendo un prototipo in singola copia,
è stato un po’ improvvisato. Ma andiamo con ordine, elencando gli ingredienti del mio involtino primavera ai gamberetti (voi  moltiplicate per quanti ne volete).
1 cialda di risowrappers
1 manciatina (meno di 20 g) di germogli di soia
1/2 cipollotto
6 gamberetti freschi sgusciati
olio di sesamo e olio di semi di arachide
salsa di soia, sakè
Ho marinato i gamberetti con un cucchiaino di salsa di soia e uno di sakè. Ho tagliato il cipollotto a julienne e l’ho rosolato in padella con un filino di olio di semi e qualche goccia di quello di sesamo. Ho aggiunto i germogli e ho fatto saltare un minuto, ho spruzzato di soia e, dopo un altro minuto, ho spento: badate che il fondo risulti asciutto, altrimenti durante la frittura cola fuori e schizza che è una bellezza. Mentre le involtino crudo bisverdure saltavano, ho ammorbidito la cialda: ho bagnato d’acqua un telo, l’ho strizzato bene, l’ho steso sul tagliere, ho messo al centro la cialda, l’ho ricoperta con i lembi del telo e l’ho lasciata riposare un paio di minuti. Ho messo al centro della cialda le verdure e sopra ho disposto i gamberetti (scolateli dalla marinata, se fosse troppa). Ho piegato i due lembi laterali della cialda sopra al ripieno e ho arrotolato il tutto, ottenendo l’involtino.
Non è restato che scaldare 4 dita di olio di semi in un piccolo wok e tuffare l’involtino, prima dalla parte chiusa: bastano pochi istanti perché diventi dorato, poi si gira (attenzione, comunque, agli schizzi!) e si finisce di friggere ancora un minuto o giù di lì, scolando poi su carta da cucina. Aspettate un pochino prima di addentarlo
(io l’ho pucciato in una tazzina di soia), perché l’interno è rovente!

Ps: il ripieno tradizionale, come riportato dall’Antonella, prevede una julienne sottilissima di maiale, cavolo cinese, funghi cinesi, bambù e peperone verde, nella versione (credo) vienamita l’ho mangiato con carne macinata, verdurine e spaghettini di soia, e vedo che i ristoranti di cucina cinese creativa ne fanno un involucro per le farciture più svariate: mi sbizzarrirò anch’io!

 

Informazioni su Francesca Romana Mezzadri

cucinare e amare. non necessariamente in quest'ordine
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