Unije e la salvia (o dell’esigenza di scrivere post)

salvia unijeC’è una piccola isola magica nell’arcipelago di Lussino, in Croazia. Un’isola che si dice popolata di lepri, fagiani e galli cedroni. Verdeggiante di una fittissima macchia mediterranea. Un villaggetto arroccato su un ripido pendio, alle spalle del porticciolo. Un paio di taverne. Le barche dei pescatori tirate in secca sulla spiaggia. Sul lato est, una baia stretta e lunga, Maracol, con gavitelli per l’ormeggio, acqua cristallina, decine di pescetti argentei che nuotano veloci. Dal piccolo molo, un sentiero sale e sale fino a una chiesina, poi scende giù giù fino in paese. Se lo percorri, magari di mattina presto, quando l’aria è fresca e profumata di rugiada, guardati intorno. Oltre il finocchio selvatico, oltre i rovi bassi e pungenti, scorgerai ciuffi e ciuffi di salvia selvatica, dalle foglie piccole e incredibilmente fragranti. Coglile, portale in barca, lascia che il sole le asciughi, poi riponile delicatamente in un sacchetto di carta e portale a casa. Capiterà anche a te, in pieno inverno, svitando il tappo del vasetto in cui le conservi, ormai essiccate, di sognare l’estate, il caldo, il mare di Unije.

(Ho scritto questo post perché scrivo troppo poco, perché qualcuno sui miei social promette e/o mantiene la promessa di scrivere di più, mentre io – coda di paglia –
so bene di non farlo e mi dico sempre: lo faccio domani. L’ho fatto oggi)

 

Informazioni su Francesca Romana Mezzadri

cucinare e amare. non necessariamente in quest'ordine
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