I miei tubetti (cerca l’intruso)

Spremuti male, tutti storti, colorati: i tubetti mi piacciono un sacco. Intanto, perché racchiudono cose dalla consistenza morbida e pastosa, che già sono due bei concetti. Poi perché è bello forare il coperchietto con la punta nel tappo. E anche perché spremerli dà sempre una certa soddisfazione. Schiacciarli al centro quando sono nuovi e gonfi. Appiattirli con il manico del cucchiaio di legno quando sono a metà, per spingere quel che c’è dentro verso l’uscita. Strizzarli quando stanno finendo per cavarne fuori fino all’ultimo ricciolo.
Sicché, ve li presento, cominciando con quello della maionese.
Premessa: non amo la maionese, tollero appena quella fatta in casa. Però, in un paio di frangenti riesco ad apprezzarla, tipo con tonno, ceci e prezzemolo, o trasformata in una imitazione di allioli catalana o aïoli provenzale. Usi limitati, ecco perché non ne compro barattoli, ma solo un tubetto ogni tanto. Che, però, guadagna punti per via di quel suo forellino a stella, che fa quelle belle striscioline decorate.
Ci sono poi i tubetti a base pomodoro. Le mitiche Verdurine Mutti e burro risolvono una pasta in tre minuti e per me fanno parte di quella categoria di cibi vagamente proustiani, come la pastina in brodo (risoni for ever!) o la zuppa di pane e latte, che mi fanno tornare bambina.
Il Triplo Concentrato, sempre Mutti (no, non mi pagano!) è assolutamente fondamentale in tutti i sughi di pomodoro, per renderli cremosi e legati, sciolto in appena un filo d’acqua calda. E mentre sogno l’astratto siciliano, il concentrato artigianale asciugato al sole, spremo Triplo a nastro un po’ dappertutto: nella caponata e nella peperonata, nello spezzatino e per fare il ragù.
E poi la Balena: quant’è buona la pasta d’acciughe? A patto che sia solo fatta con acciughe e sale (certe c’han dentro l’olio di semi – bleah!). Sul pane e burro (ottimo rimedio antinausea in barca, specie se il pane è un po’ raffermo o usando crostini integrali tipo Krisprolls, come mi ha insegnato la mia mamma). Negli spaghetti aglio olio e peperoncino. Nella pasta al tonno. Nel fondo di cottura delle vongole. Buona, sapida, marina.
Fuori concorso, il mio tubetto svizzero: Cenovis. Come concetto è un po’ tipo l’estratto di carne Liebig, ma è a base di lievito di birra ed estratto di verdure, che detta così sembra una schifezza, ma dà un buon saporino alle scaloppine e alle verdure al burro (mi sto rendendo conto che questo post gronda letteralmente burro), e c’è pure la vitamina B1. Non chiedetemi perché l’ho comprato: semplicemente, nei supermercati fuori dall’Italia non so resistere a tutti quei tubetti variopinti e sconosciuti che chissà che c’è dentro.
Ora che ci penso, mi piacerebbe tantissimo andare a vedere una fabbrica di tubetti. Quasi quasi mando il link del post ai signori Mutti.

(Ps: scoperto l’intruso?)

Informazioni su Francesca Romana Mezzadri

cucinare e amare. non necessariamente in quest'ordine
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4 risposte a I miei tubetti (cerca l’intruso)

  1. susanna tanzi ha detto:

    ma io in cucina uso anche il dentrifricio! è perfetto nella creme fraiche alla menta 😉

    brava francesca, mi piace un casino il tuo blog! ora prendiamo la patente per la tua scuola di cucina e il mio carretto degli hot dog (di baccalà)
    susan

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